un modernista introverso

Giona A. Nazzaro
UN MODERNISTA INTROVERSO

Mauro Santini, classe 1965, è una delle voci – e degli sguardi – più appassionanti del cinema italiano contemporaneo. Nato a Fano si dedica alla fotografia e al video appena terminati gli studi artistici. Dal 2000 compone una serie di videodiari, realizzati senza sceneggiatura, ipotizzando racconti in prima persona legati al tempo, alla memoria e alla ricerca di sé. Il lavoro di Santini viene notato in tempo reale da alcuni festival più aperti al nuovo e motivati nei confronti del moderno, come Locarno, Jenju, Oberhausen, Montpellier, Rencontres Paris/Berlin, Pesaro, Bellaria. Nel 2002 vince il concorso Lo Spazio Italia del Torino Film Festival con Da lontano.

Da allora Santini diventa uno dei nomi cui il festival di Torino dedica maggiore attenzione, come dimostra la sua partecipazione alle edizioni successive della sezione Detours. A novembre del 2006 Mauro Santini è ammesso in concorso con il suo primo lungometraggio Flòr da Baixa, opera che condensa tutto il suo lavoro precedente in una sorta di onirico flusso mnemonico dove i frammenti dei suoi precedenti lavori s’intrecciano con punti di fuga paramnestici e dolci accensioni visionarie (la presenza quasi fantasmatica della sua compagna). Attento costruttore di immagini, Santini conosce sia il privilegio della libertà che i rischi derivanti da un suo uso incauto. Come inseguendo una melodia invisibile, il post-cinema di Santini si stratifica immagine su immagine lasciando emergere grana e tessuti dello sguardo. Ed è proprio l’attenzione a questi primordiali materiali del reale a fare di Santini un modernista introverso, minimale dal forte afflato pittorico il cui cinema si libra in un sommesso canto d’amore al mondo e al nostro passare in esso. Autentica cinestestimonianza, il lavoro di Santini, nel suo offrirsi come sguardo in transito sulle epifanie del reale, si pone anche come necessaria resistenza del fare cinema. Scoperta rinnovata della possibilità di una possibilità ulteriore.

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Pubblicato su ‘Rumore’ n.179, dicembre 2006.

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