estratti e note

estratti e note


Lorenzo Esposito su ‘Il fiume, a ritroso’
estratto da Festival di Roma: «Steekspel», quando la scrittura è un pasto nudo
pubblicato su ‘il manifesto’ del 17 novembre 2012

Oppure, come il Mauro Santini di Il fiume, a ritroso, si attraversa il guado accettando la sfida della narrazione lineare, ma ottenendone un fuori fuoco nuovo e più intenso, fino a veder sorgere una differente andatura, che brilla e muta stringendo a fondo sui dettagli, conducendo i corpi verso una natura che li rivoluziona.
Sia chiaro, è di un galleggiamento tragico che stiamo parlando, il documento strappato di una sparizione. Ma ci si perde nella foresta solo quando si è sicuri della mappa.


dal programma di ‘Torino Film Festival 2006 – Concorso Internazionale Lungometraggi’

Dalla piccola pensione Flòr da Baixa di Lisbona l’occhio del regista intraprende un lungo viaggio che lo condurrà fino in Brasile e poi al punto di partenza. Santini si fa trasportare dalle onde cercando di mettere a fuoco le ombre  di regioni sconosciute.
Attraverso un metodo di ripresa che unisce estrema attenzione al dettaglio e desiderio di perdersi, ottiene uno stile ipnotico.
Un vero film d’avventura.


Adelina Preziosi su ‘Flòr da Baixa’
estratto da Torino Film Festival 2006: ’Il cinema e i giorni’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.143, gennaio/febbraio 2007

È ciò che esiste a fare il film, e il cineasta è solo di fronte a questa ‘offerta’.
Una presa di posizione che richiama quella di un altro ladro d’immagini e navigatore solitario con videocamera approdato al Concorso: con Flòr da Baixa, primo lungometraggio di Mauro Santini sono due i film senza cast tecnoco né interpreti professionisti che i selezionatori hanno avuto l’ardire di scegliere. tuttavia, sei il procedere pleonastico di Xia Peng mira, nell’estrema povertà dei mezzi d’espressione, a ‘far conoscere’, quello circolare concentrico di Santini è ancora una volta teso a celare, a lasciarsi assorbire nel mistero espresso dal guardare lontano oltre il mare della propria compagna di viaggio.
La telecamera che riprende di nascosto l’insonnia degli ubriachi, i giochi di una bambina, l’ozio di una coppia di turisti in un giorno di vento, l’interminabile attesa su una spiaggia, conserverà traccia, dopo il ritorno a casa, della distanza tra i luoghi che hanno un nome (Lisbona Rio Marsiglia Taranto) e una belleza immaginata, forse suggerita, di cui provare nostalgia.


Chiara Borroni su ‘Flòr da Baixa’
estratto da Torino Film Festival 2006: ’Torino a una svolta’
pubblicato su ‘Cineforum’ n.460, dicembre 2006

Tutto incentrato sugli individui anche il peregrinare di Mauro Santini in Flòr da Baixa;  non i dialoghi dunque, in un film che nasce senza sceneggiatura, ma la pura evocazione visiva guida il percorso solitario dei personaggi. Rio de Janeiro, Marsiglia, Taranto, le città spiate con gusto fotografico raffinato diventano esse stesse teatri senza confini in cui si muovono figure ignare che scorrono per le strade, davanti alle finestre, sotto i ponti…


Antonello Catacchio su ‘Desalento’
estratto da Locarno 2006: ’I piatti che non si trovano al ristorante’
pubblicato su ‘il manifesto’ del 9 agosto 2006

Sperimentale e suggestivo il lavoro di mauro Santini, Desalento, da un verso di Vinicius De Moraes (meu desalento jà nao tem mais fin, il mio avvilimento ormai è senza fine).
Da una parte lisbona, con una donna a un balcone, dall’altra Rio. Molte radici comuni, ma un oceano di mezzo che divide passioni, sentimenti, amori. santini opera di cesello sull’immagine, la correda solo di qualche sonorità, lavora perevocare emozioni profonde più che per raccontare una storia e ci riesce a condizione di trovare una disponibilità d’animo, nel lasciarsi trascinare dal flusso di immagini che trascolorano, prendono fuoco, si dissolvono, rimangono in ombra per essere più vicine alla poesia dell’immagine che all’immagine poetica.


Adelina Preziosi su ‘Rio de Janeiro’
estratto da Torino Film Festival 2005: ’L’occhio, gli occhi’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.138, marzo/aprile 2006

Detours è l’altrove del festival, lo spazio del nuovo e dell’antico, dove possono liberamente confluire proposte più o meno ispirate, scommesse e, i più attesi, gli ‘aggiornamenti’.
Non tradiscono i cineasti in progress (per scelta, per amore e, ormai, per definizione) Tonino de Bernardi e Mauro Santini.Passato presente è una riflessione a posteriori in prima, seconda e terza persona, così privata da creare imbarazzo, strabica e nello stesso tempo speculare, popolata di fantasmi della bellezza che il cinema conserva intatti e di corpi scolpiti dagli anni, che ben si accosta a Rio de Janeiro, film ‘di/in transito’, che concretizza il miraggio dell’oltremare, dove le attese, forse le illusioni (e le visioni) si smarriscono nelle notti di una città segreta che non si concede allo sguardo.


Adelina Preziosi su ‘Videodiari’
estratto da Trieste, Alpe Adria Film Festival 2005: ’Effetto mosaico’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.132, marzo/aprile 2005

Fa’ da sfondo, un po’ come il mare alla città, la personale completa di Mauro Santini (che ‘scorre’ un po’ appartata, al Teatro Miela) : un cinema che si situa a Est di (cioè oltre) un posto che non c’è, in un Oriente che è il luogo di nascita delle immagini dalla memoria. Documentari ? Sì, poiché è evidente l’urgenza di ‘fermare’ figure che altrimenti svanirebbero per sempre, Quadri della mente ? Sì, dal momento che la debolezza del segno si fa cifra pittorica.


Adelina Preziosi su ‘Flòr da Baixa’
estratto da Torino Film Festival 2005: ’Film da film’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.131, gennaio/febbraio 2005

Alla nona realizzazione video, l’opera di Mauro Santini appare come un continuum che, in assenza di svolte radicali, compone un raro catalogo della memoria ricreata per immagini (o, viceversa, delle immagini create per la memoria), dove tutto, luoghi persone gesti, è chiarissimo e inesplicabile.
Flòr da Baixa è ancora una volta un viaggio a ritroso, riportato però al presente dalla soffusa naturalezza di una ‘vera’ apparizione.


Adelina Preziosi su ‘Da qui, sopra il mare’
estratto da Torino Film Festival 2003: ’Guardando dietro i paraventi’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.126, marzo/aprile 2004

Mauro Santini riannoda, anzi riaggroviglia nell’impasto temporale e cromatico di Da qui sopra il mare i fili di una possibile ‘narrazione’ in flashback intravisibili in Fermo del tempo e Petite memoire, confermandosi fedele trascrittore di quel pulsare della memoria che confonde i lineamenti e non ricorda le date, di quel bisogno di libertà  che così spesso si riconfigura nei giochi infantili e nelle gite in barca. Sovrimpressioni, estenuanti sfocature, geroglifici di ombre non esprimono esercizio calligrafico, ma necessità di gettar fuori le immagini della testa e dagli occhi e conservarle intatte.


dal catalogo di ‘Invideo 2003 – Mostra internazionale di video d’arte e cinema oltre’, Milano

Il video dà corpo a immagini di memoria o di sogno, che affiorano ma confuse, rallentate, sovrapposte le une sulle altre, fragili, senza contorni precisi, sfuocate. E’ un’evocazione di un viaggio tutto interiore, in cui il vissuto si fonde con l’immaginario.
Una composizione audiovisiva che si fa notare per precisione ed equilibrio.


Adelina Preziosi su ‘Da lontano’
estratto da Torino Film Festival 2002: ’Good Morning Lingotto’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.119, gennaio/febbraio 2002

Con Da lontano Santini continua a inseguire, per l’appunto, lontananze che di film in film perfezionano il loro essere configurazioni spirituali più che oggetti della memoria. I paesaggi sono volti e i volti sono paesaggi, i corpi sono nuvole e le nuvole sono corpi : l’intervento a fior di pellicola di Santini produce la commistione molecolare forse più prossima alla stoffa di cui sono fatti i fantasmi.


Adelina Preziosi su ‘Di ritorno’
estratto da Bellaria 2001: anteprimaannozero film festival ‘Il posto qual’è’
pubblicato su ‘Segnocinema’ n.111, settembre/ottobre 2001

Anche Mauro Santini con Di ritorno torna a Bellaria (dopo il terzo premio ottenuto lo scorso anno con Dove sono stato): il suo è un viaggio in treno verso una casa un tempo abitata, oggi vuota. Il paesaggio che scorre oltre il finestrino risveglia con bagliori intermittenti la memoria. Ed ecco le finestre mute e cieche, mentre sull’intonaco affiorano, come in un vecchio dagherrotipo tenuto troppo tempo al buio, i contorni sfocati di un gruppo di famiglia.


 

minteiro 

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